Prepararsi al parto attraverso la tecnica dell’ipnosi può aiutare la fase di travaglio con notevoli vantaggi non solo per la mamma ma anche per il nascituro, riducendo anche il rischio di complicanze.

Perché l’ipnosi o, meglio, l’auto ipnosi funziona così bene nella gravidanza e nel parto? Facciamo un passo indietro e partiamo dalla considerazione di una mamma: “Il brutto del parto è non sapere quando finirà, quanto durerà e se tornerà ancora più male”. In questa affermazione emerge in maniera molto vivida l’esperienza del dolore e della mancanza di controllo, molto ricorrenti soprattutto, ma non solo, in chi affronta il parto per la prima volta.
In effetti, l’ansia e l’angoscia prendono il sopravvento quando:
non so cosa stia succedendo;
provo un dolore che non so come gestire (noi abbiamo una storia personale prima del parto, in cui abbiamo imparato come agire se ci facciamo male), mentre il parto per una primipara (e delle volte per una pluripara in cui esperienze di parto negative aumentano la paura del dolore) è una condizione nuova in cui, per altro, la donna si trova in ospedale e in una situazione che percepisce come contraddittoria, in quanto in un luogo per antonomasia deputato alla cura sembra che nessuno faccia niente per alleviarle il dolore;
non so quanto durerà;
non so se tornando sarà peggio (spesso aumenta e quindi la mia profezia si avvera, per cui ecco che si è creato il circolo vizioso anche sulla base dell’ansia: paura che il dolore aumenti, il dolore aumenta, aumenta l’angoscia, aumenta la mia percezione del dolore).
Cosa fa l’ipnosi? Si propone di permettere a ogni donna di raggiungere, attraverso l'uso della trance ipnotica, quattro obiettivi: 1. l'annullamento o l'attenuazione del dolore che, in ogni caso, rimane tollerabile; 2. il rilassamento di tutti i distretti muscolari, in modo particolare quelli direttamente interessati dal parto; 3. la stimolazione di aspettative positive, il controllo e la riduzione dell'ansia; 4. l'allenamento alla trance.
I risultati che si possono raggiungere con questo tipo di preparazione non si limitano alle modificazioni soggettive del vissuto della gestante, ma hanno riscontri fisici, misurabili quantitativamente anche per il nascituro:
una dilatazione più rapida e come conseguenza una durata del travaglio minore (poco più di 2-4 ore);
una più bassa percentuale di complicazioni nella fase espulsiva;
una maggiore capacità di collaborazione delle partorienti nei momenti finali del parto, "senza manifestazioni di panico" anche in caso di imprevisti dell'ultimo minuto;
i bambini attraversano le fasi del parto con meno difficoltà e fatica; in genere nascono con un colorito roseo, grazie alla miglior ossigenazione per effetto dell'ipnosi sulla circolazione;
i bambini si dimostrano per nulla stressati;
il "secondamento" (la fuoriuscita della placenta) è più rapido;
la perdita totale di sangue durante tutto il parto è inferiore alla media;
l'involuzione dell'utero e i conseguenti "morsi" uterini sono maggiormente tollerati;
i casi di depressione post partum sono estremamente rari
Inoltre, l'ipnosi si è rivelata utile anche per la gestione del dolore e dell'ansia se la gestante dovesse essere sottoposta a un cesareo di urgenza; in questi casi, si è vista una migliore ripresa clinica e psicologica in fase post operatoria con un minor dolore nell'assestamento dell'utero, una più rapida ripresa dell'intestino e un minor periodo di immobilizzazione a letto.
Per approfondire:
G. Fanano, G. Colciaghi, “Partorire Sognando”, Ed. Franco Angeli/Le Comete
M. H. Erickson, “La mia voce ti accompagnerà”, Ed. Astrolabio
J. Frasca, “L’ipnosi non solo una tecnica”, rivista D&D di Ostetricia n°78 Luglio 2012
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