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Immagine del redattoreGiovanni Torcianti

Mal di schiena da incidente d’auto: l’approccio osteopatico

Aggiornamento: 1 mar

Ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente che ha provocato il disturbo può essere molto importante per scoprire la vera origine della patologia: il caso di Enrico.



Vi sottoporrò in questo articolo il caso di un mio paziente interessante perché evidenzia che, anche qualora la causa scatenante del disturbo sia facilmente individuabile, approfondirne con meticolosità le dinamiche possa offrire indicazioni molto importanti sull’origine profonda della patologia.


Si tratta di un commerciante di 35 anni che chiameremo Enrico. Da quando, 4 anni e mezzo prima, aveva subito un incidente stradale, lamentava una muscolatura sempre più debole ed era divenuto incapace di fare il benché minimo sforzo per il rischio di blocchi da mal di schiena che lo costringevano a letto. Il disagio era diventato tale da non riuscire nemmeno a prendere in braccio il proprio figlio.


Senza alcun risultato, si era già sottoposto a 5 risonanze magnetiche alla schiena, a ogni genere di terapie (epidurali, Tecar, massaggi, mesoterapia) e a numerosi consulti specialistici, tra cui l’ultimo, quello del fisiatra che me lo aveva inviato a consulto.


Il disturbo risultava particolarmente impattante da un punto di vista emotivo anche perché prima dell’incidente il paziente era un validissimo pallavolista con performance sportive di tutto rispetto.


Come primo passo del mio intervento, cominciai a ricostruire la dinamica esatta dell’incidente: il paziente viaggiava in macchina con la moglie e la figlia, rispettivamente sul sedile anteriore davanti e sul sedile posteriore.  Un attimo prima dell’impatto, Enrico si accorse di stare per subire un tamponamento e istintivamente, per proteggerle, impresse al tronco una torsione molto forte verso destra per riuscire ad allungare le braccia su di loro. Enrico subì quindi l’impatto in quella posizione estrema di massima rotazione e molto innaturale.


Questa dinamica aveva fortemente compromesso la meccanica del bacino coinvolgendo in maniera preponderante la zona pubica e causandone un disassamento.


In precedenza, tutti si erano concentrati sulla zona lombale e lombo-sacrale, analizzandola nei minimi particolari. Qui erano sì presenti discopatie, ma non rappresentavano l’origine vera del problema.


Fino al mio intervento, la zona anteriore del bacino non era stata presa in considerazione, complice anche il fatto che il disassamento del pube non è visibile a livello radiografico, ma è palpabile dalle mani dell’osteopata.


Procedetti pertanto a sciogliere il blocco che si era creato al pube e che tratteneva tutto il resto. Quando iniziai a lavorare sulla zona pubica, il paziente stesso si rese conto per primo che quella poteva essere la chiave di volta.


È chiaro che, come accennato sopra, la lunga immobilità aveva creato forte rigidità articolare e un rilevante indebolimento di tutta la muscolatura. Quindi, dopo il lavoro di riequilibrio osteopatico, è stato necessario compiere un ciclo di kinesiterapia individuale per ricostruire in maniera graduale l’efficienza muscolare e la flessibilità articolare.


Ora, dopo pochi mesi di trattamento, il paziente è rinato. Forse non è ancora in grado di giocare a pallavolo ma presto potrà farlo. Quello che è certo è che la qualità della vita di Enrico è completamente cambiata.

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